Vigilanza Privata e intelligenza artificiale: ode al pensiero laterale

Il servizio di Vigilanza Privata Online sul convegno A.I.Se.M. di Salerno del 26 Novembre 2024

Disegnando il famoso elefante dentro al boa (e non il cappello che tutti vedevano), il Piccolo Principe ha realizzato un capolavoro di pensiero laterale. Un’abilità che il security manager deve possedere e che non può appartenere alla razionalità tecnico-scientifica nemmeno della più sofisticata macchina. Lo ha illustrato il filosofo Gianluca Attademo (Università Federico II) a Salerno il 26/11 ad un evento AISeM (Associazione Italiana Security Manager) dedicato allintelligenza artificiale.

Sinora (a parte i casi di “allucinazione” informatica, vedi Gemini che ha invitato uno studente ad uccidersi), l’AI si limita a collazionare, interpolare e rielaborare – in modo limitatamente creativo – contenuti elaborati dall’uomo. E’ quindi responsabilità dell’uomo, soprattutto del security manager, individuare e non varcare la soglia che permette di utilizzare le macchine come strumento senza che esse prendano il sopravvento, come nei più distopici film di fantascienza.

Un uso incauto dell’AI in quanto strumento, peraltro, può comportare dei rischi – anche penali. Il Prof. Alberto De Vita (Università Parthenopeha evidenziato le possibili violazioni della privacy, del copyright e dei diritti costituzionali associati all’AI che possono generare accountability. Rischi che possono essere arginati anche solo esercitando il diritto di opposizione previsto dalla norma europea – come ha fatto nientemeno che Guido Scorza, membro del Garante Privacy, mandando letteralmente in tilt ChatGPT.

Inutile ricordare che la vigilanza privata tratta un’infinità di dati, qualche volta sensibili e sempre personali: l’uso di videosorveglianza con sistemi di riconoscimento delle immagini ad AI recuperate da telecamere e droni, ma anche i dati legati al riconoscimento biometrico per il controllo accessi prevedono un trattamento di dati personali regolamentato dal GDPR. Adempimenti sempre più complessi accompagnati a sanzioni economiche importanti mal si conciliano però con la scarsa conoscenza della materia da parte del mondo della sicurezza privata. Da qui il saggio suggerimento di Piero Provenzano, Direttore ONISFF, di dotarsi di un DPO.

Per Tonia Sperandeo, delegato regionale di AiSeM, la cultura della security è ancora poco conosciuta: è fondamentale quindi costruire percorsi formativi specifici per il professionista della security. La stessa logica, invero, che ha portato alla nascita di AiSeM in seno a Confedersicurezza, ha ricordato il Presidente di quest’ultima Luigi Gabriele.
Quel che è certo è che per affrontare il security management oggi serve un approccio sempre più multidisciplinare e “laterale”. Non a caso AiSeM ha affrontato a Salerno un tema eccentrico rispetto alle tematiche tradizionali della sicurezza privata e non a caso a Milano proporrà un nuovo appuntamento con format e contenuti divergenti.

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